“” E la verità ti renderà libero “: Dignity’s Gift to the World”

50 ° anniversario

Autrice: Mary E. Hunt

Traduttore: Luca Galli

Venerdì 5 luglio 2019, Chicago

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Buon pomeriggio. Facciamo alcuni minuti di silenzio per concentrarci e dare inizio alla straordinaria celebrazione del cinquantesimo anniversario del nostro essere “autentici con noi stessi, autentici con lo Spirito”.

Buon pomeriggio nuovamente. Grazie per prendere parte a questa meditazione collettiva che introduce ai festeggiamenti per i 50 anni di Dignity Usa. Wow…voglio dire Wowww. Questo è uno di quegli “woww” che uno pronuncia quando avverte la pienezza del miracolo che è avvenuto ed avverte, altresì, la piena responsabilità di portarlo avanti. E’ impegnativo dare la giusta enfasi a quanto sia degno di nota celebrare questi 50  accurati, eccezionali e pienamente vissuti come Dignity e le enormi sfide che noi e i nostri amici abbiamo affrontato negli anni precedenti.

Mi viene in mente il versetto degli Atti 5:38-39 :”E ora vi dico: tenetevi lontani da loro, e ritiratevi da questi uomini; perché, se questo disegno o quest’opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non potrete distruggerli, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio». Lasciate che la storia decida ma da quello che scorgo, nessuno fin ad ora ci ha fermati!

In South California nel 1969, il Reverendo Patrick X. Nidorf, O.S.A., un prete dell’Ordine di Sant’Agostino, rispose ai bisogni pastorali del Cattolici gay e lesbiche. Questo impegno isolato ci ha portato, mezzo secolo dopo, a questa magnifica giornata. Lasciatemi urlare un Alleluia.

Ecco il testo di un annuncio pubblicato sulla rivista “The Advocate” nel 1970 per attrarre “Gay Cattolici”:”Unisciti a Dignity: un gruppo cattolico di gay e lesbiche brillanti. Condividiamo esempi positivi di come portare dignità nelle nostre vite. Persone oneste, sensibili e sincere. I partecipanti verranno selezionati. Scrivere a: Fr. Pat, Box 4486, N. Park St., San Diego, CA 92104”.

50 anni dopo, che siamo gay o no, uomini o no, donne o no, intelligenti o no, abbiamo a quanto pare superato la selezione iniziale e ci troviamo qui come testimoni di come si può “esempi positivi nel portare dignità nelle nostre vite”. La nostra verità ci ha resi liberi. E non è così frequente avere il privilegio di entrare in un capitolo della storia della Chiesa. Ma questo, carissimi amici, è uno di quei momenti da assaporare e da usare come trampolino di lancio per il prossimo capitolo. Dio sa che abbiamo bisogno di Lui esattamente come ne avevamo nel 1969.

Inizio ringraziando tutti voi per essere qui. Permettetemi di ringraziare particolarmente la vostra direttrice esecutiva Marianne Duddy-Burke, Peggy Burns, Logan Bear e Susan Bailey che con il loro instancabile lavoro hanno reso tutto ciò possibile. Un plauso anche per il nostro instancabile co-direttore della conferenza Marty Grochala e Lewis Speaks-Tanner. Dignity Chicago merita un pubblico ringraziamento per l’ospitalità. Sono riconoscete al Board di Dignity, attuale e a quelli passati, per aver guidato l’organizzazione da Los Angeles, dove mosse i primi passi in una sala, facendola diventare una robusta organizzazione con presenza capillare in tutto il territorio Usa e diversi gruppi di lavoro tra cui la comunità transgender, il gruppo donne, il Caucus giovani e adulti.

Ringrazio, altresì, i generosi finanziatori, fondazioni, organizzazioni e singoli, le cui donazioni hanno reso possibile venire qui.

Con gioia saluto tutti i nostri colleghi internazionali del Global Network of Rainbow Catholics che hanno appena terminato la loro terza assemblea. La vostra esperienza e la vostra fede arricchiscono oltremodo il nostro meeting.

Grazie per essere qui. Senza trascurare ogni differenza o peculiarità, permetteteci di dire nelle vostre lingue “noi siamo Chiesa”.

Oggi onoro in modo particolare la memoria di una delle mie preferite di Dignity, la Sorella Eileen DeLong della Congregazione delle sorelle della Carità del Buon Pastore.

Eileen aveva l’età di mia mamma, sarebbero entrambe ultra centenarie oggi. E’ stata l’unica donna nel mio altrimenti totalmente maschile Master of Divinity Class presso la scuola di teologia dei Gesuiti di Berkeley, California, negli ultimi anni ‘70. Aveva più esperienza ministeriale di tutti i nostri professori messi insieme e aveva una “preferenza particolare” per noi – suo amici queer. Era una donna gentile, allegra, brillante, coraggiosa, vivace. Ha sempre speso il suo nome e il suo talento nella zona della East Bay per guidare i Cattolici sulla via della dignità umana negli anni ‘70 prima ancora che molte persone potessero dire la parola gay.

Quando è morta nel 1995, appena ottantenne, i suoi amici hanno creato un fondo con il principale scopo di favorire la partecipazione di membri delle comunità religiose alle convention di Dignity.

Molti hanno beneficiato di ciò avendo così la possibilità di aprire i loro cuori e uscire dal nascondimento.

Un particolare grazie va al collega Scott McElhinney della Bay Area per la amorevole amministrazione della memoria di Suor Eileen. Quest’anno il fondo, nonostante la riduzione delle risorse, ha permesso ad alcuni dei nostri fratelli internazionali di poter venire a questa tavola. Sono sicuro che Eileen sorrida a loro e io sorrido con gioia menzionando il suo santo nome. Eileen De Long, presente!

Il mio contributo ha come focus tre significati che si possono trarre dal Vangelo di Giovanni 8:32. “La verità vi farà liberi”: io dico “la dignità è un dono per il mondo”. Esplorerò il significato della nostra storia anche se possa sembrare presto per formulare questo giudizio. Fornirò un sobrio sguardo su come le cose sono cambiate dal nostro 40° anniversario. Terminerò con un sogno per il nostro centenario.

Parto da questo punto. In contemporanea a questo evento sta avendo luogo la riunione per il 50ennale della mia classe alla Bishop Ludden High School in Syracuse, New York. Una cara amica sarà li per me e suo marito scatterà fotografie in modo da rendere sostenibile la mia assenza. E’ altresì il 50ennale del primo campo estivo come counselor al Campo Giovanna d’Arco, fondato nel 1922, due anni dopo la canonizzazione di Giovanna d’Arco. Si trattò di un buon campo cattolico per ragazze sui monti Adirondaks oggi gestito, senza ironia o cambio di nome, dai Mormoni.

Non potevo allora immaginare che 50 anni dopo avrei celebrato ciò che allora, per una giovane ragazza lesbica, era così problematico, riuscendo a essere sincera con me stessa e con lo Spirito.

L’idea di essere una donna lesbica difficilmente mi veniva in mente. Ma in quei giorni vi furono alcuni motivi di aiuto ed incoraggiamento per la ricerca della verità circa la sessualità. Dovevamo cercare e costruire il nostro io. Dignity fu una di queste risorse per me. Probabilmente anche per voi. Desidero esprimere la mia gratitudine e festeggiarlo sempre.

Come tutti sappiamo, è anche il 50esimo anniversario di Stonewall. Tuttavia, molte altre cose successero e crearono scintille per ulteriori importanti sviluppi per il nostro movimento: “Stonewall” va tenuto presente ma senza dimenticare che Dignity nacque qualche mese prima sempre in quel fatidico 1969 così come la fondazione della Metropolitan Community Church per mezzo di Troy Perry nel 1968. Le religioni giocarono un ruolo chiave nello spianare la strada ai diritti Lgbtqi+. Non possiamo dimenticarlo.

Stonewall è la parola che tutti conoscono. Molti anziani lgbtQI+ affermano oggi di aver preso parte alla rivolta di Stonewall, alcuni affermano che il numero di persone era pari alla capienza dello Yankee Stadium! Mi ricorda la vicenda delle reliquie della Vera Croce che spuntano qua e là tanto che ce ne sono stante quante lo stato del Texas. Ma ciò che è importante è che così tante persone, indipendentemente dalla loro attuale situazione, desiderano associare la propria persona a un movimento di liberazione che, come quello relativo ai diritti civili, quello contro la guerra, il movimento ecologico e femminista, ha migliorato la società in modo incommensurabile. Mi piace pensare che fossimo tutti presenti a Stonewall in pectore, come diciamo “Cattolico”, il che vuol dire nei nostri cuori.

Sono sicuro che Lady Gaga e Donatella Versace sarebbero d’accordo con me dopo essere state la settimana scorsa nel quartiere Village per le celebrazioni.

Il primo passo sulla luna e la prima puntata dei Mupets Show fanno parte delle celebrazioni di questa estate. Gli opinionisti stanno riconoscendo proprio questo senza timore di dare giudizi storici prematuri per cui consideriamo l’impatto che ha avuto Dignity nella Chiesa e nella società nel primo mezzo secolo di vita.

All’inizio, per molti di noi, Dignity fu un rifugio, una casa, un posto dove sentirsi chiesa non essendocene altri simili. Le messe di Dignity e le sue feste erano gli eventi dove le persone Cattoliche potevano fare festa,  flirtare, conoscere altri ragazzi e ragazze, insomma fare esattamente quello che tutti gli esseri umani hanno diritto a fare: amare nel senso più completo del termine. Potevamo praticare la nostra fede senza essere insultati e ricevere i sacramenti in modo dignitoso.

So quanto questo risulti obsoleto e primitivo ai giovani ragazzi che hanno app per incontri e che vivono in una società dove l’amore omosessuale è tanto scontato quanto un cellulare e tanto ubiquo quanto Internet.

Ma cinquanta anni fa essere noi stessi era considerato una malattia mentale, si veniva arrestati per il modo in cui ci si vestiva ed era un peccato mortale esprimere e vivere il nostro modo di amare e la nostra sessualità.

E’ ancora cosi in alcune parti del mondo e in alcuni settori negli Usa. Ma siamo riusciti a fare uscire la nostra verità, individualmente e collettivamente. Ci è costato caro, per alcuni è stato insopportabile, specialmente per molte persone di colore, per le persone meno ricche, per i nostri amici trans e intersex. Alcuni hanno pagato con la loro vita.

In questi cinquanta anni abbiamo tracciato indubbiamente una traiettoria nella direzione della giustizia nonostante gli alti e bassi vissuti da Dignity con la Chiesa istituzionale.

Nei primi anni alcune parrocchie si dimostravano accoglienti così come alcuni preti particolarmente coraggiosi. Ma nel 1986, la Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla Pastorale delle Persone Omosessuali (Homosexualitatis Problema), approvata da Giovanni Paolo II e firmata dal Cardinal Ratzinger, che sarebbe diventato Papa Benedetto XVI anni dopo, ha fatto si che gli eventi si rivoltassero contro di noi. Sono arrivata a pensare che la reazione punitiva sia stata una sorta di panico reattivo da parte dei preti che temevano che avere a che fare con noi fosse indice della loro omosessualità. Tutto ciò si risolse in un oppressione con conseguenze legali in tutto il mondo dal momento che questi documenti rinforzarono le spinte dei movimenti politici conservatori. Molti abbandonarono la Chiesa, sbatterono la porta alla Chiesa. Alcuni morirono, altri si suicidarono per questo documento.

Molti  rigettarono il magistero della Chiesa cattolica immediatamente. Si è trattato di un caso di non ricezione. Un insegnamento perde significato se non viene recepito. Eravamo ben consapevoli che il nostro orientamento sessuale non era in nessun modo disordinato e il nostro modo di fare l’amore non era dal punto di vista morale intrinsecamente cattivo. Prelati vaticani, smettetela di perdere tempo in sciocchezze! Pensate alla guerra, alla cupidigia, al razzismo, alla distruzione del pianeta se volete usare quel tipo di parole ma lasciateci stare perché, come è stato scritto, noi sappiamo di appartenere a Dio.

L’eminente professore di diritto canonico James A. Coriden ha spiegato cosa implica il non accoglimento degli insegnamenti della Chiesa:

“La ricezione non indebolisce l’autorità. Piuttosto il contrario. Nelle rare occasioni in cui le norme non vengono accolte il motivo di questo rigetto è rintracciabile nella loro inidoneità a adattarsi alla comunità. Il credente discerne che le regole non sono adatte al raggiungimento del loro scopo o del bene…la ricezione non è una dimostrazione della sovranità del popolo. E’ una legittima partecipazione del popolo al suo stesso governo. Il popolo collabora attivamente con l’autorità che legifera per la propria comunità. Essa sta semplicemente esercitando, in modo responsabile, il ruolo che le compete all’interno della funzione decisionale della Chiesa” .

Ciò nonostante, alcuni Lgbtqi+, le loro famiglie e i loro amici sono stati pesantemente danneggiati da questo magistero che io ho definito “pornografia teologica”. Questa teologia oggettivizza le persone, trivializza il sesso e conduce alla violenza. La involontaria conseguenza è che queste persone hanno preso il controllo della Chiesa. Dignity, insieme alla Conferenza per le Lesbiche Cattoliche, New Ways Ministry, late Fortunate Families, The Equally Blessed Coalition, Call to Action e nuovi coraggiosi gruppi religiosi, laici, comunità interreligiose sono luoghi alternativi per quei cattolici scandalizzati dall’insegnamento ufficiale della Chiesa.

L’Hiv/aids si è affacciata negli anni 80 e 90. Ha mietuto vittime in Dignity. La Chiesa cattolica si è squalificata in molte occasioni per non aver offerto accompagnamento pastorale, benedizione e degna sepoltura a molti nostri amici, per non aver aiutato le famiglia a affrontare una perdita della quale spesso non si poteva raccontare il perché e parlare in modo rispettoso della vita e degli amori dei defunti. Le donne si sono fatte avanti fornendo assistenza e esprimendo solidarietà. Uomini e donne hanno così iniziato a stimarsi mutuamente e Dignity, che era principalmente frequentato da uomini, è riuscita a cogliere la forza e il potere delle donne cattoliche. Siamo insieme oggi. La verità della morte di tanti nostri fratelli ci rende liberi. Ho partecipato a funerali in cui regnavano eufemismi e grandi bugie sui decessi. Molti funerali di persone cattoliche hanno avuto luogo in chiese Protestanti, in particolare nella Metropolitan Community Church (MCC) che è stata veramente eroica nella sua azione o anche in case private poiché le parrocchie cattoliche non ammettevano esequie in questi casi.             Questo rimarrà un peccato del quale l’istituzione dovrà, un giorno, chiedere scusa.

Nel corso degli anni, mentre si è attenuato gradualmente lo stigma che subiva l’amore tra persone dello stesso sesso ed è finalmente stato riconosciuto nella società attraverso il matrimonio egualitario, Dignity ha mantenuto chiara l’attenzione sul fatto che la discriminazione legata al sesso e al genere non possono mai essere separate dal razzismo, dal sessismo, dalla xenofobia e dalle ingiustizie di stampo economico. Dignity non ha agito alla perfezione – Dio sa la lotta per permettere alle donne di celebrare, per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo, sui temi legati alla riproduzione solo per citare alcuni dei temi più dibattuti internamente. Ma Dignity ha mantenuto salda la rotta, ricercando la verità per quanto sia inafferrabile, e cercando di imparare attraverso il confronto a livello internazionale e interreligioso per essere Chiesa poiché in effetti non abbiamo una chiesa.

Oso dire che ce l’abbiamo fatta al di là delle più rosee aspettative. Parlare delle nostre verità di gruppo, insistere su di esse ci ha fatto agire e apparire come quelli che in alcune realtà ecumeniche vengono chiamati “i Cattolici”.

Il nostro lavoro è influenzare l’opinione e le politiche pubbliche affinché le persone ben disposte possano trovare un senso nel mezzo ad un mondo spesso fuorviante. Il fatto che Dignity stia ospitando il III incontro dei Cattolici arcobaleno (GNRC) è la prova che non siamo soli, che siamo parte di una Chiesa cattolica internazionale, basta vedere questa sala. Sia data grazia a Dio.

Quando ci riunimmo per il 40esimo anniversario, nel 2009, eravamo saldamente sulla nostra rotta. Molto da allora è cambiato nel corso dell’ultima decade e lo stesso avverrà in futuro. Voglio soffermarmi su questo aspetto.

  1. Una ragionata riflessione su cosa è cambiato dal nostro 40esimo anniversario.

Il mio amico Tom Yates è stato così gentile da procurami un video del discorso di apertura che avevo tenuto durante la celebrazione del 40esimo anniversario di Dignity.  Noto che i miei capelli sono grigi rispetto ad allora, che ho cambiato gli occhiali ma il mio stile alla Rachel Maoow è rimasto intatto! Se consideriamo la Chiesa cattolica e lo stato Americano, in questa decade il mondo si è capovolto. Questi cambiamenti hanno inciso nelle nostre vite di persone legate a Dignity con l’indicazione che la rotta continuerà nell’immediato futuro.

In tutta la mia innocenza dei primi anni 2000 affermai che la Chiesa Cattolica non è la sola espressione di ciò che noi affermiamo essere Cattolici. Sostenni che noi, e non il clero, abbiamo bisogno di diventare adulti e prendere decisioni e che “Cattolico” con “c” minuscola era una scelta intelligente in un mondo sempre più secolarizzato e interreligioso. Questo è quello che mi è venuto in mente vedendo quel video.

Ho tenuto conferenze in morale, spiritualità e dissesti finanziari nella chiesa. Ho accennato al duro prezzo della pedofilia, sia personale che economico. Ho parlato della bancarotta spirituale della istituzione Chiesa che ha coinvolto molte comunità anche femminili. Ho esposto una mappa con tutte le chiese chiuse o con problemi legati alla corruzione per coprire la pedofilia e i costi legali per le cause. Ho concluso dicendo che per quanto male Dignity sia trattata è stata lungimirante nel prevedere quello che sarebbe successo nella Chiesa.

Ancora, fui molto in tema quando ci definii “fedeli e meravigliosi”, sottolineando l’eterosessimo e non l’omosessualità che veniva considerata allora una categoria importante, e citai il Presidente Obama che metteva in guardia sul fatto che il vero progresso dipende “non dalle leggi che cambiamo ma dai cuori che apriamo”. Ci ha dato l’ordine di marcia. Non dimentichiamo che allora vigevano il Defense of Marriage Act (ovvero la norma che riconosceva a livello federale unicamente il matrimonio uomo-donna e consentiva agli Stati dell’Unione di non riconoscere i matrimoni same sex contratti all’estero) e la politica del “Don’t ask/don’t tell” per cui bisognava ancora fare molto lavoro. Terminai le mie osservazioni con le magnifiche parole del Movimento per le donne della Chiesa che dicevano “sono i bisogno del mondo e non gli errori della Chiesa a segnare l’agenda”.

Non mi aspettavo tutto il groviglio di cambiamenti che sono intervenuti nei successivi 10 anni.

Non rinnego la mia analisi ma ammetto la mia ingenuità. Non vedevo quello che stava per arrivare e che ci ha così segnati negli anni successivi cioè l’implosione della Chiesa Cattolica come istituzione e la significativa messa in crisi della democrazia degli Usa con conseguenze vergognose e pericolose politiche sociali.

Lasciatemi dedicare un po’ di spazio a questi aspetti .

Come molti di voi, io pensavo di essere in disaccordo ideologico con la Chiesa Romano cattolica, di cui il Vaticano tiene tutte le carte, e che fossimo relegati ai margini dai patriarchi per buone ragioni.

Ciò poteva apparire relativamente semplice e addirittura accettabile. Invece, abbiamo assistito a un tale livello di corruzione che può competere solo con la Mafia, un livello di depravazione morale quasi mai visto in ambito religioso, una adulterazione della verità, nascosta sotto una spessa coltre di bugie che molti non riusciranno neanche a smascherare nel corso della propria vita. Criminali, non maestri, stanno giocando. Non mi avvedevo della forza e dell’impatto che tutto questo avrebbe avuto.

La mia partner Diann Neu ha astutamente sottolineato che la virulenza della Chiesa contro le donne, le persone lgbtqi+, le politiche riproduttive si spiega osservando che negli anni in cui abbiamo portato avanti le nostre battaglie essa è stata impegnata a coprire comportamenti criminali con atteggiamenti esagerati che permangono ancora oggi di quella che possiamo chiamare una politica teologico-ideologica.

2. Diann Neu aveva ragione.

L’implosione è assolutamente reale e di lunga durata tanto che la Chiesa Romano Cattolica perde quote di mercato e la gente prende le distanze dalla corruzione. Non dico queste cose con soddisfazione. Non mi appassiona per nulla pensando al grande prezzo che le persone che hanno subito abusi sessuali devono pagare, e queste sono le persone che sono sopravvissute. Piuttosto, cito questi elementi che hanno gettato la Chiesa Cattolica Romana nella cattiva fama ovunque nonostante questo sia solo la punta dell’iceberg. I Cattolici rimangono il più numeroso gruppo negli Usa ma gli ex Cattolici sono il primo. Queste ha conseguenze concrete per noi di Dignity.

Noi rappresentiamo quello che molte persone pensano essere i Cattolici, quando e se pensano ai Cattolici. Si può ben capire come molti Cattolici dalla nascita siano ora oltremodo disgustati.

Ma mi colpisce realizzare che noi di Dignity e i nostri amici, siamo coloro possono essere considerati dalla communis opinio i Cattolici “tradizionali” in quanto non ci siamo ancora stancati della tradizione che molti considerano molto meno di noi. Non siamo adulatori né buonisti. Dio sa che non siamo privi di colpa da poter scagliare pietre. Ma almeno indichiamo la nostra verità che ci rende liberi per essere buoni uomini che lavorano con altrettanti buoni per bene siano essi Cattolici o no al fine di creare un mondo giusto e pieno d’amore. La Chiesa cattolica non è proprio percepita in questi termini oggi.

Abbondano le ragioni. Alcuni casi contribuiscono a darne un gusto amaro. Dieci anni fa, il Cardinal Theodore McCarrick terminava il suo incarico nella arcidiocesi di Washington DC ed aveva già agganci a Roma oltre a sostenere finanziariamente una Fondazione legata al Papa. Non avrei mai potuto immaginare fino a che punto sono arrivati i suoi abusi sessuali e quanti seminaristi e preti aveva importunato. Il sig. McCarrick, oggi ridotto allo stato laicale (dal 16/02/2019) si trova ora in un monastero del Kansas e vive sotto un tento e senza sbarre alle finestre.

Il suo successore, Donald Wuerl, un arcivescovo divenuto molto velocemente cardinale, una vera promessa. Non mi sarei mai immaginata che dopo i suoi vani sforzi per contrastare l’azione dell’arcivescovo progressista di Seattle Raymond Hunthausen venisse fuori che tanto buono non era proprio. Infatti, Wuerl è stato più volte menzionato nel Pennsylvania Grand Jury Report (estate 2019) quale persona che ha trattato casi di preti che si sono macchiati di abusi sessuali. Ha ampiamente mentito (lui a dire il vero li ha definiti “errori di moemoria”) quando gli è stato chiesto cosa sapesse delle accuse nei confronti di McCarrick.  E’ stato smascherato quando una vittima ha ricordato che proprio lui, Wuerl, aveva informato il Vaticano di quel caso di abuso.

Questo è stato ampiamente offensivo nei confronti dei sopravvissuti agli abusi.

Non si sa dove si trovi Wuerl ma i suoi averi sono nelle sicure mani del Cardinal Burke e del Cardinal Law, a Roma. In questo modo l’anziano ragazzo se ne è andato in quiescenza. Un modo non educativo per i Cattolici.

Questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi di pessima condotta sessuale dei preti e le coperture da parte di miriadi di vescovi per non citare i costi giudiziari e il denaro per i risarcimenti che hanno disilluso molti Cattolici. Non è una battuta che gli ex cattolici sono il secondo gruppo negli Usa. Non importa cosa uno pensi della Chiesa, qui si tratta di un triste e disgraziato furto alla tradizione perpetrato da alcuni leader. Noi abbiamo Dignity, le Comunità Eucaristiche Internazionali e i gruppi delle donne. Molti Cattolici non hanno queste possibilità.

Posso parlare di Dignity, del gruppo Donne nella Chiesa o della mia comunità di base a queste persone. Ma nel fare ciò non può essere trascurato il profondo senso di tradimento che milioni di persone sentono, la loro fede in Dio e il loro impegno in Gesù si realizza in quanto Cattolici. E’ un loro diritto tutto ciò, ora però è stato abrogato dall’azione di molti uomini di Chiesa. Per me dire arrivederci per più verdi pascoli sarebbe un modi di comportarsi supponente e indelicato. Credo invece che chi come noi è stato reso libero dalla verità abbia la responsabilità di creare nuove forme di Chiesa per altri e anche per se stesso.

L’implosione della Chiesa significa che noi siamo realmente Chiesa ora in un modo che mai avremmo immaginato prima. Molti guardano a noi come coloro che cercano di portare con fedeltà il peso del Vangelo. Siamo in qualche modo simili alle donne consacrate. Sono ai margini della chiesa, nelle cucine, nelle cliniche, nelle carceri. Ma la media della loro età è 80 e hanno ridotte risorse finanziarie.

Questa è la nuova realtà rispetto a 10 anni fa. Siamo le suore e siamo più visibili a seguito del restringersi e del distrarsi della Chiesa istituzionale a causa delle sue sfacciate bugie e del comportamento crudele al suo interno e al di fuori.

Il fatto è che molti Cattolici si sono dati alla fuga con buone motivazioni e non hanno rimpianti. Nonostante le difficoltà della vita, le malattie dei figli, la morte dei genitori, la perdita del lavoro, il desiderio di sposarsi e altre situazioni, loro hanno un ventaglio di esperienze che la generazione precedente viveva esclusivamente nelle comunità che frequentava. Indipendentemente dalla propria realtà, aver fede secondo la propria coscienza è un diritto umano che molti non hanno potuto sperimentare.

Pensiamo al vescovo della West Virginia Michael Bransfield che ha rassegnato le dimissioni per le accuse di violenza sessuale su adulti. Questo sembrerebbe già abbastanza grave.  Si è scoperto ora che ha dilapidato milioni di dollari della diocesi facendo grandi regali per accontentare i desideri del Cardinale Wuerl. Sappiamo che l’arcivescovo William L. Lori, incaricato di investigare su Bransfield, ha fatto in modo che il suo nome venisse cancellato, insieme a quello di cardinali di altro rango, dall’elenco dei beneficiari di questi fondi.  La Mafia non ha nulla da invidiare e loro stanno facendo andar via i Cattolici.

I gruppi di Dignity, le donne nella chiesa, e altre comunità eucaristiche internazionali stanno mettendo una pezza. Conosco persone di parrocchie molto ricche che celebrano l’eucarestia nei loro giardini a turno, spesso le celebranti sono donne. Altre persone che frequentavano gli ambienti parrocchiali provano forte imbarazzo nel dover dire ai loro ragazzi che le donne non possono essere ordinate per cui li portano a queste messe per far loro vedere donne prete. Conosco un ordine di suore la cui cappellana è una donna protestante consacrata. Chi poteva immaginarsi nel 2009 che tutto questo sarebbe accaduto? Non io. Ma ho visto l’impegno di Dignity per la giustizia  e ho avuto spunti per come procedere adesso che siamo chiesa a tutti gli effetti.

Il recente documento della Congregazione per l’Educazione cattolica del 2 febbraio 2019, il quale sembra essere stato pubblicato in concomitanza con il periodo dei Pride, dal titolo “Maschio è femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione” per molti non è altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Si tratta di un documento discutibile dal punto di vista intellettuale che potrebbe essere stato scritto nel 1950 per tutti i ragionamenti sofistici che ha sul gender e sul sesso. Nonostante la pretesa di aprire un dialogo, gli estensori ribadiscono la solita e trita retorica sulla binarietà e sulla eterosessualità uomo/donna, omettendo totalmente la realtà dei trans e intersex come se fossero prodotti della nostra immaginazione. Al contrario, trans e intersex sono nostri fratelli, parenti, amici, cattolici come noi. Uniamo i nostri sforzi e il nostro supporto fino a quando non finirà la discriminazione nei loro confronti.

Si potrebbe ignorare questo documento ma ha concrete conseguenze su più fronti, non da ultimo molte persone gay che lavorano in ambiti educativi cattolici sono state licenziate sulla base di questo documento. Ad Indianapolis, nello stato dell’Indiana, tre scuole superiori cattoliche hanno ricevuto pressioni a licenziare professori o personale dello staff che sono uniti con persone dello stesso sesso. Due scuole si sono piegate alle minacce, solo la scuola dei Gesuiti ha potuto, grazie alla situazione di privilegio di affrontare le conseguenze di essere dichiarate non cattolica. E’ ridicolo che l’Arcidiocesi possa pensare che la gente consideri questa scuole non cattolica. Ma il punto è che la verità non ha prezzo ed essere in grado di seguire la propria visione non dovrebbe essere un privilegio. Si assiste a una uscita di molti cattolici in Indiana che va di pari passo con il rinnovato sforzo dell’arcivescovo su queste posizioni. Nel frattempo, i nostri fratelli trans e intersex  devono essere i destinatari di ogni nostro sforzo possibile affinché possano esprimere la loro verità e possano vivere liberamente.

La Chiesa Cattolica Romana è implosa in contemporanea all’ingerenza della Russia nel processo democratico degli Usa, soffiando sul fuoco del suprematismo bianco, dell’antifemminismo, della negazione del cambiamento climatico, dell’odio nei confronti delle persone omo e nel rifiuto dell’immigrato. Le elezioni del 2018 sono state un disastro oltre ogni immaginazione. I vescovi sostengono buona parte della politica dell’attuale amministrazione  usando la libertà religiosa per discriminare, opponendosi all’aborto, senza nessuna levatura morale. Sta a noi, Lgbtqi+ cattolici, opporci ai carri armati nelle strade, ai morti sui nostri confini, all’uccisione del nostro pianeta, al razzismo, alla guerra nucleare. Siamo in una situazione estrema non solo nella Chiesa ma anche nella società. Indipendentemente dall’essere gay o no, cis o trans, binari o non, i nostri valori Cattolici prevedono l’amore per il prossimo. Pensiamo a quell’uomo e alla figlia che sono annegati in un fiume cercando la loro verità sulla strada degli Stati Uniti. O a quei ragazzi afro americani che  sono già schedati alla nascita e molti muoio giovani per le strade. Un altro valore cattolico (ma è anche un valore dei Buddisti, degli Ebrei, degli umanisti e anche di chi non ha un proprio credo) che il creato è santo e deve essere amato. Ditelo a chi abita su isole minacciate dai cambiamenti climatici o ai genitori di bambini che soffrono di asma a causa dell’inquinamento. La tutela della salute è un diritto. Ditelo a quella donna nel Missouri che cerca di porre fine alla gravidanza o a quell’anziano in Florida che non si può permettere le cure per il cuore.

Questa litania è senza fine dal momento che l’attuale amministrazione continua ignobilmente a fare passi indietro su quanto è stato ottenuto dalle donne, dalle persone di colore, dagli indigenti, dagli immigrati e in tema ambientale. Questo non è il tempo di preoccuparsi su chi può fare la comunione, o per chi il matrimonio è lecito. Questo è piuttosto il tempo in cui è più probabile una guerra nucleare, sono possibili disastri ecologici, siccità e carestie stanno mietendo milioni di vittime e dal momento che la destra estrema sta vincendo in varie parti del mondo ci troviamo in un periodo molto precario. Parlare della verità ai potenti non è un lusso dei bianchi, dei cisgender, dei pochi che hanno studiato, ma una tattica di sopravvivenza per tutti.

Il pregio di Dignity è quello di aver realizzato che la nostra battaglia è parte integrante di un movimento ben più grande che guarda alla giustizia e ne siamo totalmente impegnati.

Gli uomini di fede non salveranno il mondo. Ma noi che siamo consapevoli che la verità ci rende liberi siamo obbligati a unirci in questa comune e trasversale lotta con ogni risorsa che abbiamo a disposizione fino al nostro ultimo respiro.

3. Un sogno per il nostro centenario

Nel 2069, quando Dignity celebrerà il suo centenario, molti di noi presenti e molti dei nostri membri e dei nostri alleati saremo nel coro dei cieli. Tuttavia, possiamo sognare su cosa i nostri nipoti potrebbero vivere proprio come i loro genitori e nonni,  molti di loro Cattolici immigrati, probabilmente sognarono per noi. Non c’era nessuna certezza allora come non c’è ne è nessuna ora.

I nostri antenati non avrebbero mai immaginato di vederci qui oggi a celebrare modi di vivere di cui non avevano neanche un barlume di idea.

Ci hanno tramandato di più, però, dei loro sogni. Ci hanno trasmesso la loro fede nell’amore infinito di Dio. Ci hanno insegnato a sperare. Ci hanno insegnato a parlare della verità ai potenti e vivere nella giustizia tra di noi, ad amarci. Il resto vien da sé.

Un giorno sognavamo che Dignity fosse connessa a livello internazionale come una chiesa. Oggi, con il Global Network of Rainbow Catholics, è realtà. Proviamo a sognare che Dignity e i nostri fratelli porteranno avanti lo stesso messaggio di verità e lo stesso impegno per cambiare il mondo ed sradicare il razzismo, la xenofobia, la guerra, i disastri ambientali e le disparità economiche.  Questo è il nostro nuovo ruolo come Cattolici, quello di lavorare per ogni ingiustizia, non solo per qualcuna.

Sogno che i nostri figli e i nostri nipoti trovino le loro verità che li rendono liberi. Sogno che trovino maestri ed esempi, amici e compagni che li accompagnino in questa lotta come è stato per noi. Sogno che vivano, usando le parole del poeta guatemalteco Julia Esquivel come se fossimo “minacciati dalla resurrezione”.

Non possiamo fare progetti per molte generazioni. Ma se nel frattempo non verrà tutto distrutto  suppongo che i robot svolgeranno molti dei lavori pesanti. Ho il sospetto che il matrimonio sarà tra persone di diversi pianeti. Intuisco che lo spirito umano continuerà a cercare un senso e dei valori. Prevedo che una fonte di significato sarà, tra le altre fedi e prospettive immaginabili, una visione Cattolica basata sui sacramenti e sulla solidarietà che abbraccerà pianeti, popoli, animali, esseri che ancora non conosciamo in un amore divino e tutto sarà immerso nella luce divina.

Come i nostri antenati, lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi valori e una storia, abitudini e pratiche. Abbiamo un po’ di controllo su come le loro vite andranno a finire, su cosa porteranno i prossimi 50 anni. Ancora, sogno che i nostri discendenti di Dignity e i loro molteplici amici possano ricevere il nostro umile dono di parlare in verità e di usarla per permettere al cosmo di essere libero di amare in abbondanza.

Grazie e che siate benedetti.

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